LA STORIA DELLA NOSTRA PARROCCHIA

L’istituzione della nostra chiesa risale al Medioevo. Nella bolla dell’arcivescovo di Salerno Alfano I del 1066 sono riportati i confini della diocesi di Sarno e i comuni che sono sotto la sua giurisdizione tra cui Striano. A quei tempi Striano era paludosa e malsana, un piccolo villaggio abitato da poveri agricoltori e pastori che vivevano in primitive capanne di paglia e fango. Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo viene costruita la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo nell’abitato di Striano; in questo periodo la giurisdizione passa ai vescovi di Nola.

Nel 1123 sotto i feudatari di Striano i Conti di Caserta Guglielmo Sanseverino e il figlio Roberto, la chiesa viene donata al monastero benedettino dei Santi Severino e Sossio di Napoli da parte del vescovo di Nola Guglielmo. Da questo periodo ha inizio una vera e propria rinascita sociale e religiosa per questa povera comunità. Il territorio inizia a trasformarsi: le terre paludose vengono risanate, disboscate e arate per renderle coltivabili, scompare anche l’aria malsana. Si presume che tutto questo sia avvenuto grazie alla presenza dei monaci benedettini che si erano stabiliti nel piccolo monastero accanto alla chiesa.

Nel 1223 i feudatari di Striano vengono sospettati di schierarsi a favore di Ottone IV, e sono arrestati da Federico II, così il territorio di Striano ritorna sotto la giurisdizione dei Conti di Sarno. Nel 1277 il povero villaggio di Striano viene donato al Monastero di Santa Maria di Real Valle dal re Carlo I d’Angiò, da lui edificato nei pressi di Scafati e custodito dai monaci cistercensi.

Agli inizi del Cinquecento la fatiscente chiesa medievale di San Michele Arcangelo, viene demolita e sulle sue rovine ne viene costruita una nuova, dedicata a San Giovanni Battista.

A Striano esisteva da tempo anche un altro edificio sacro, una chiesa regia in onore di San Severino Abate. La sua prima attestazione è contenuta nei Registri angioini e reca la data del 1278, essendo parroco pro-tempore don Simone de Foresta. La chiesa, eretta fuori dall’abitato verso Sarno, agli inizi del Cinquecento viene elevata alla dignità di parrocchia e riceve in dono nel 1506 dal barone di Striano Luigi di Casalnuovo, un’artistica pala d’altare, opera del pittore milanese Protasio Crivelli, raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Severino e Sossio, attualmente conservata nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.

Le eruzioni vesuviane del 1631 e del 1737, che tanti lutti e danni arrecano alla cittadina di Striano e all’intera Valle del Sarno, deteriorano seriamente il sacro edificio che per l’incuria dell’uomo era venuto sempre più rovinandosi col trascorrere degli anni. Cosicché l’antico luogo di culto viene quasi del tutto abbandonato, cedendo il titolo parrocchiale (1739) alla più moderna e funzionale chiesa di San Giovanni Battista, eretta al centro del paese sulle fondamenta dell’antichissima chiesa di San Michele Arcangelo (XI secolo).

Agli inizi dell’800, divenuta ormai decrepita e pericolante, l’antica chiesa parrocchiale di San Severino, per l’incolumità dei fedeli,  viene abbattuta e al suo posto, «sui ruderi dell’antica Parrocchia» nel 1856 circa, viene eretta una chiesetta di modeste dimensioni, con le funzioni di cappella madre del cimitero sotto il titolo di San Severino Abate. Difatti il territorio circostante nel 1866 viene adibito a Cimitero comunale e tutti i defunti inumati sino ad allora negli ipogei della Congrega del Santissimo Crocifisso e delle chiese di San Giovanni Battista e di San Severino, vengono trasferiti nel novello Agro Santo.

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