GRUPPO MINISTRANTI

I ministranti sono solitamente quei ragazzi o ragazze che servono all’altare ed assistono il sacerdote o il diacono durante le celebrazioni liturgiche. Il termine ministrante, che ha sostituito col tempo il termine chierichetto, deriva dal latino “ministrans”, cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù, il servo per eccellenza, obbediente fino alla morte, che invita anche noi a farci servi amando Dio e tutti i nostri fratelli. Quindi essere ministrante non si riduce soltanto a prestare un servizio all’altare, fatto con attenzione, generosità e impegno. Il ministrante principalmente è un ragazzo/a che attraverso il Battesimo è diventato amico di Gesù, vuole approfondire la sua fede, viverla in un servizio concreto e che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato.
Il ministrante svolge un vero e proprio ministero liturgico, che armonizzato con quello esercitato dal diacono, dagli accoliti, dai ministri della comunione, dai lettori, dai cantori…, contribuisce a rendere ogni azione liturgica un vero incontro con Cristo.
È ministrante, allora, ogni ragazzo o ragazza, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è la comunità dei credenti che, convocati dallo Spirito Santo, esercitano il loro sacerdozio battesimale facendo della loro preghiera e della lode un’offerta a Dio Padre unita a quella di Cristo.

Quello del ministrante è un compito importante, che permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia gioiosa, vera e profonda con Lui. Egli si impegna a custodire gelosamente questa amicizia nel suo cuore come san Tarcisio, patrono dei ministranti, pronto ad impegnarsi e a lottare perché Gesù giunga a tutti gli uomini.
Ogni volta che si accosta all’altare, il ministrante ha la grazia di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua a volersi donare a ciascuno di noi, ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci la forza per vivere bene la nostra vita. Il ministrante, con l’ascolto della Parola di Dio, il servizio liturgico, la partecipazione all’Eucaristia, la preparazione delle festività dell’anno liturgico, la memoria delle feste mariane e dei santi, vive da vicino questo meraviglioso mistero d’Amore!

Il ministrante svolge il suo compito con amore, con attenzione e devozione, con puntualità e fedeltà evitando la superficialità e la distrazione, in modo che i fedeli possano essere ancora più invitati alla preghiera e percepire sempre meglio che il Signore è presente nelle azioni liturgiche.
Al ministrante son richiesti il raccoglimento interiore prima di ogni celebrazione, la partecipazione consapevole, la fedeltà nei compiti assegnati, la costanza nel servizio e negli impegni assunti, ma soprattutto la testimonianza concreta in ogni ambito della vita di essere amico di Gesù.
La vita e l’esempio di san Tarcisio devono ispirare il profondo amore e la grande venerazione che ogni ministrante deve avere verso l’Eucaristia che è “il Pane della vita, è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il cammino di ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato”.

Il ministrante, dove è possibile, non è un navigatore solitario, ma vive la sua esperienza di servizio all’interno di un gruppo, insieme ad altri amici di Gesù. L’esperienza del “gruppo ministranti” si pone nel contesto della liturgia celebrata e vissuta dalla comunità cristiana e si presenta come una realtà specifica di servizio.
Il gruppo ministranti, impegnato ad instaurare un clima positivo e favorevole al suo interno improntato sul valore della fede autentica e della sincera amicizia nel Signore, è chiamato a crescere con gradualità e competenza nella comprensione di ciò che si celebra. Grazie all’impegno formativo, il gruppo ministranti favorisce in tutti la crescita profonda nel rapporto con Dio e l’appartenenza alla comunità cristiana. L’educazione comunitaria ad un servizio generoso e gratuito, aiuterà il singolo ministrante a non essere autosufficiente o accentratore, bensì lo incoraggerà a crescere a vivere la comunione con gli altri e a concepire il servizio liturgico come una vera sinergia di collaborazioni.
Nel gruppo ministranti i ragazzi maturano nella scoperta che “svolgono un vero e proprio ministero liturgico” che si prolunga in uno stile di vita che dà senso alle loro giornate, diventano sempre più amici e discepoli di Gesù, ascoltano la Parola di Dio e cercano di metterla in pratica concretamente, si aprono alla scoperta che il proprio servizio è un’apertura agli altri, sia essi membri della comunità, familiari, amici o chiunque incontrano nel loro cammino.

I ruoli dei Ministranti

Il ruolo dei ministranti è riconosciuto dalla Costituzione Conciliare come parte integrante del ministero liturgico, e come tale richiede da parte di chi lo svolge una condotta e un comportamento consoni ad esso. I ministranti devono trarre il proprio esempio da Gesù, che non ha esitato a mettersi al servizio dell’umanità intera, arrivando a sacrificare se stesso. Non solo durante le cerimonie, anche nella vita di tutti i giorni, i ministranti devono vivere seguendo il Suo esempio di amore, conducendosi con generosità, impegno, precisione. I ministranti sono ‘amici’ di Gesù, solitamente giovani pieni di entusiasmo e di volontà di partecipare alla vita della Chiesa portando il loro contributo di amore e dedizione. Nella storia della Chiesa troviamo molte figure che possono rappresentare il modello ideale per i ministranti, come San Tarcisio, vissuto ai tempi delle prime comunità cristiane a Roma, che venne ucciso dai suoi coetanei pagani perché si era reso disponibile a portare l’Eucarestia ai cristiani prigionieri, o San Domenico Savio, che trovò in San Giovanni Bosco un maestro e una guida, e dedicò la sua purtroppo breve vita ai fratelli e alla comunità.

I diversi compiti durante la Messa

Il ruolo dei ministranti è particolarmente delicato se pensiamo che essi rappresentano una sorta di punto di unione tra chi amministra il culto e i fedeli raccolti per assistervi. Infatti, oltre a dover coadiuvare il ministro divino aiutandolo a disporre l’occorrente per l’Eucarestia, ponendo sull’altare gli oggetti liturgici, portando il Messale, i ministranti devono anche pregare insieme ai fedeli, accompagnarli nei canti, e, in generale, porsi come servitori del sacerdote e guide per la congregazione. Il tutto mantenendo un atteggiamento adeguato, svolgendo compiti e ripetendo gesti codificati da secoli di tradizione.

I ministranti non sono i soli aiutanti del celebrante durante la Messa: accanto a loro, solitamente, si muovono lettori, cantori, accoliti. In certi casi i ruoli sono intercambiabili, ma, di norma, ognuno dei partecipanti sostiene il proprio ruolo, svolge la propria mansione partecipando attivamente alla celebrazione. Cerimonie particolarmente solenni, come in occasione di feste religiose importanti, richiederanno un numero maggiore di ministranti.

I ministranti svolgono dunque diversi compiti nell’ambito della Messa, e da essi prendono nome, distinguendosi gli uni dagli altri.

Il Turiferario è, per esempio, il ministrante che porta il turibolo per le incensazioni. L’incenso viene utilizzato da sempre nell’ambito delle cerimonie religiose, per conferire ad esse solennità e sacralità. Il suo utilizzo è tuttavia facoltativo, e ricorre in diversi momenti della Messa, di solito all’inizio, all’ingresso del sacerdote e dei suoi assistenti, durante la proclamazione del Vangelo o prima della consacrazione. Altre occasioni, come le processioni, la sepoltura, le benedizioni, prevedono l’uso dell’incenso. In queste occasioni in particolare il ruolo dei ministranti turiferari acquista un’importanza determinante.

Spesso il Turiferario e accompagnato da un Navicelliere, un ministrante addetto alla navicella portaincenso. Il Navicelliere, durante le processioni, procede a fianco del Turiferario, tanto che a volte le due figure possono fondersi in un unico ministrante. Compito del Navicelliere è porgere la navicella al sacerdote, perché egli possa attingervi i grani di incenso, versarli nel turibolo e benedirli.

Un altro ministrante che non può mancare, soprattutto durante le processioni e le celebrazioni più importanti, è il Ceroferario, anzi, i Ceroferari, perché di solito si muovono sempre in coppia. Si tratta degli addetti ai candelieri che reggono i ceri. La loro posizione durante la processione è dietro il Turiferario e ai lati del Crocifero, il ministrante incaricato di portare la croce. Essi portano tra le mani i candelabri con i ceri, e, giunti al termine della processione, li depongono in sacrestia.

Successivamente i Ceroferari devono affiancare il sacerdote durante la proclamazione del Vangelo, ponendosi sempre su due lati.

Come accennavamo parlando dei Ceroferari, il Crocifero o crucifero è il ministrante incaricato di portare la croce astile, ovvero la croce montata in cima a una lunga asta, che di solito guida le processioni religiose. Anche il Crocifero, giunto all’altare, deve deporre la croce accanto ad esso e sedersi. La riprenderà alla fine della cerimonia, per accompagnare il sacerdote a baciare l’altare, a riporre il Santissimo Sacramento nel tabernacolo, e nella processione finale. L’usanza di portare in processione la croce è antichissima. Oltre a conferire alla celebrazione la solennità necessaria, il passaggio del Crocifero ha anche una funzione simbolica molto forte, soprattutto in occasione delle processioni funebri: infatti il passaggio della croce simboleggia quello dalla morte alla vita, che coinvolge tutti i fedeli che vi assistono. Attraverso la croce Dio diventa presente e manifesto tra i fedeli raccolti, e una volta che essa è posta nella chiesa, accanto all’altare, la Sua presenza è percepita più intensamente che mai.

Alcuni ministranti sono incaricati di occuparsi dei libri liturgici necessari al sacerdote nel corso della cerimonia. Non c’è un nome specifico per loro, solitamente è un compito svolto da un accolito, addetto al messale e al lezionario, ovvero il libro contenente i brani delle Sacre Scritture che vengono letti durante le celebrazioni liturgiche durante l’anno, ma anche ai libri di preghiere, a quelli dei canti, eccetera.

Il ministrante addetto ai libri deve portarli dall’altare all’ambone, la struttura sopraelevate destinata alle letture, e viceversa. Deve sorreggere il libro durante la lettura, se occorre, e durante la processione d’ingresso portare il lezionario e posarlo sull’altare.

Sempre a particolari accoliti, detti Cerimonieri, è riservato il compito di portare gli arredi sacri necessari per la celebrazione eucaristica dalla sagrestia all’altare, e viceversa, cominciando con il calice, completo di corporale (il telo quadrato che copre il calice e che viene poi disteso sull’altare durante l’offertorio), e purificatoio (il piccolo telo usato dal sacerdote per asciugarsi le labbra dopo aver bevuto e pulire il calice e la patena), per poi portare la patena (il piatto contenente l’ostia) e le ampolline del vino e dell’acqua. I ministrati addetti al servizio all’altare devono anche preparare l’acqua e il purificatoio con cui il celebrante dovrà lavarsi le mani.

Il Caudatario è il ministrante incaricato di sorreggere il pastorale e la mitria, e per fare questo egli indossa la vimpa, una lunga veste dotata di tasche. In passato era il ministrante che doveva sorreggere lo strascico degli alti prelati in occasione delle celebrazioni solenni. C’erano Caudatari addetti al Papa, ai Cardinali e ai Vescovi, e per ognuna di queste cariche il cerimoniale prevedeva vesti talari diverse e una ritualità differente.

Nelle cerimonie solenni ci sono anche dei ministranti il cui compito è suonare il campanello d’altare, il cui scopo era in passato quello di richiamare l’attenzione dei fedeli nei momenti più salienti della cerimonia. Oggi i ministranti addetti al campanello lo utilizzano soprattutto al momento della consacrazione del pane e del vino, o in occasione delle processioni per annunciare l’imminente benedizione.

Responsabile del gruppo ministranti è il prof. Luigi Esposito.

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