LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO

  • LA PUNTUALITA’

Ai nubendi, il giorno delle nozze, si raccomanda la puntualità, secondo l’orario concordato. Per orario concordato si intende l’orario in cui la sposa intende giungere effettivamente in chiesa e non l’orario che viene comunicato agli invitati. Agli invitati si può dire anche di presentarsi in chiesa diverse ore prime del matrimonio, purché al parroco si dica l’orario effettivo in cui la sposa giungerà in chiesa. Nel caso vi fossero variazioni di orario, sarà premura degli sposi, comunicarle tempestivamente al parroco, entro il giorno antecedente le nozze. Ritardi superiori ai 15 minuti sono una mancanza di rispetto verso il parroco e le altre persone coinvolte nella celebrazione del matrimonio (ministranti, musicisti) e comporteranno da parte del sacerdote celebrante una liturgia matrimoniale affrettata nei tempi.

  • LA SCELTA DELLE LETTURE ED IL LIBRETTO

Si curi che la celebrazione del Sacramento risulti veramente occasione di evangelizzazione. Già durante le fasi finali della preparazione al Matrimonio si introducano i nubendi alla liturgia del Matrimonio; si invitino i fidanzati a leggere le pagine scritturistiche proposte dal Lezionario e li si aiuti nello scegliere le letture più consone alla loro situazione spirituale. – NORME PASTORALI

E’ auspicabile – ma non obbligatorio- che i nubendi scelgano le letture che saranno proclamate il giorno del matrimonio. A tal proposito si ricorda che deve essere scelta una lettura con il relativo salmo tratta dalla sezione corrispondente al periodo liturgico (Prima lettura fuori del tempo pasquale o prima lettura nel tempo pasquale). Resta opzionale la scelta della seconda lettura; generalmente viene omessa. E’ obbligatoria la scelta del Vangelo, che sarà proclamato dal sacerdote. Al seguente link è possibile consultare le letture: http://www.liturgia.maranatha.it/Matrimonio/t1/apage.htm

I nubendi devono comunicare al parroco se hanno intenzione o meno di scegliere le letture. Qualora avessero intenzione di fare un libretto per la liturgia matrimoniale possono scaricare il Libretto sposi editabile già corretto da adattare e nel quale sostituire, eventualmente, le letture da loro scelte.

Allo stesso modo i nubendi possono -ma non è strettamente necessario-  designare i lettori per la proclamazione delle letture, purché questi conoscano le regole basilari della proclamazione dall’ambone. Una cosa è leggere un testo per sé, o leggere un testo poetico o narrativo. Altro è proclamare la Parola di Dio dall’ambone. Possono essere scelti al massimo due lettori. Preferibilmente non siano i testimoni.

  • LA DIGNITA’ E LE MODALITA’ DELLA CELEBRAZIONE

Si compia ogni sforzo perché, senza rinunciare alla gioia e alla festa che devono connotare questi momenti, sia garantito un clima di raccoglimento e di partecipazione… È proibito celebrare il Matrimonio di domenica. La forma normale ed ordinaria per la celebrazione delle nozze avviene durante la Messa, per l’intimo legame che esiste tra l’Eucaristia e il Matrimonio. Tuttavia, quando la scelta cristiana dei nubendi appare ancora incerta, o quando uno dei nubendi non è disposto ad accostarsi alla Comunione, si celebra il Rito del Matrimonio nella Liturgia della Parola. Se il matrimonio è celebrato tra un cattolico e un battezzato non cattolico, o tra un cattolico e un non battezzato, si deve scegliere il rito della celebrazione del Matrimonio nella Liturgia della Parola (cf. RM n. 29). Quando la celebrazione del Matrimonio avviene nella Messa, colui che presiede riceve il consenso e benedice gli sposi. Questo non è consentito ad altro sacerdote presente al sacro rito. Il diacono presiede solo il rito celebrato con la Liturgia della Parola. – NORME PASTORALI

 

  •  L’OFFERTORIO

“La celebrazione delle nozze è giustamente anche un momento di festa, un incontro di famiglia e di amici. Ma la festa non è il lusso e non si identifica con lo spreco… [Gli sposi] siano invitati a fare delle loro nozze anche un’occasione di carità verso i più bisognosi, mediante gesti di attenzione e di condivisione per i fratelli più poveri, per qualche infermo o malato, per chi è più abbandonato” (cf. DPF n. 78). – NORME PASTORALI

Quanto poc’anzi espresso -circa la possibilità di fare delle proprie nozze anche un’occasione di carità verso i più bisognosi- è uno dei significati che sottostanno al rito dell’offertorio della Santa Messa. In questo specifico momento i fedeli possono portare all’altare il pane ed il vino che serviranno per il Sacrificio Eucaristico e le offerte per la carità. Nella gran parte delle celebrazioni il passaggio del cestino nel momento dell’offertorio intende essere proprio questo: un modo con cui ognuno si rende compartecipe dei bisogni della comunità e delle spese della parrocchia.

La processione offertoriale, e cioè il portare processionalmente all’altare il pane, il vino e le offerte per la carità, non è un rito esclusivo del matrimonio. Si può fare in ogni Santa Messa.

Per quanto riguarda l’offertorio della Messa matrimoniale vi sono tre possibilità, a scelta dei futuri sposi:

1. non si fa la processione offertoriale: finita la liturgia matrimoniale gli sposi si siedono e partecipano normalmente al prosieguo della Messa come tutti gli altri fedeli;

2. si fa la processione offertoriale: gli sposi -finita la liturgia matrimoniale- si recano in fondo alla chiesa (con tutte le difficoltà di movimento dovute agli abiti indossati, specialmente per la sposa) per prendere il calice (col vino) e la patena (con l’ostia) che sono messi a disposizione dalla Parrocchia e portarli in processione verso l’altare. Gli sposi devono provvedere ad almeno un cesto per la carità che generalmente viene portato dai due testimoni. Se i testimoni sono quattro occorrerebbe fare due cesti per farli partecipare tutti. Questi cesti dovranno essere portati in sacrestia almeno il giorno prima delle nozze. Nel cesto vanno inseriti prodotti che saranno offerti alla Caritas parrocchiale per sovvenire alle necessità delle persone che serviamo. Quindi occorre inserire prodotti a lunga conservazione, non uva né pane fresco; ma prodotti imbustati o in scatole o prodotti per l’igiene. Prodotti che non marciscono nell’immediato e che quindi si possono dare alle persone.

3. non si fa la processione offertoriale ma si intende offrire qualcosa per la carità: questa terza opzione, scelta da molti sposi, consiste nel fatto che gli sposi intendono fare uno o più cesti, come segno di condivisione e di apertura della festa anche ai più bisognosi. Ma questi cesti vengono portati dagli sposi o da terzi qualche giorno prima del matrimonio in sacrestia. Al momento dell’offertorio però non viene fatta la processione offertoriale e si rimane seduti.

Gli sposi comunicheranno al parroco come intendono comportarsi al riguardo.

  • L’ADDOBBO FLOREALE

Circa l’addobbo floreale è consentito l’addobbo dell’altare e del presbiterio, e della postazione ove gli sposi si stabiliscono per la celebrazione. È consentito l’uso degli inginocchiatoi per i nubendi, delle sedute per gli stessi e i testimoni accanto a loro; del tappeto guida dal luogo in cui sono sistemati i nubendi fino al sagrato della chiesa. Ove è possibile, gli inginocchiatoi siano collocati fuori dal presbiterio in prossimità dell’assemblea liturgica. È sempre proibito addobbare con elementi scenografici che non richiamino la celebrazione e il senso del sacramento. Per l’addobbo, gli sposi possono trattare direttamente con un addobbatore di loro scelta attenendosi tassativamente alle indicazioni di cui sopra. Il parroco vigili perché l’addobbo resti nei limiti della sobrietà e del decoro. – NORME PASTORALI

I fidanzati devono riferire alla Segreteria Parrocchiale -nel momento in cui si inizia la pratica matrimoniale- circa la scelta del fioraio. Qualora questi non operi nel territorio di Striano, gli sposi si impegnano a consegnargli il documento contenente le disposizioni circa l’addobbo della chiesa. I futuri sposi devono fare pressione con il fioraio perché le menzionate disposizioni siano diligentemente e scrupolosamente osservate. Altresì hanno l’obbligo di assicurarsi che il fioraio (o nell’eventualità anche una ditta di pulizie) ripulisca scrupolosamente la chiesa dopo la celebrazione del matrimonio, sia all’interno che all’esterno in corrispondenza del portone principale d’ingresso e del piazzale antistante.

  • L’ANIMAZIONE LITURGICO MUSICALE

Le musiche e i canti siano di aiuto a vivere il mistero che viene celebrato e favoriscano la preghiera e la partecipazione di tutti. Non siano occasione di distrazione o di esibizionismo per singole persone. I brani musicali siano scelti dal vasto repertorio della musica sacra e concordati con il parroco e l’organista. Il suono e il canto devono aver luogo soltanto nei momenti consentiti dalla celebrazione. Sono ammessi i canti della comunità orante ispirati al mistero celebrato. La musica riprodotta, non essendo espressione viva della comunità orante, non può essere ammessa. Si evitino di introdurre nella celebrazione elementi di carattere profano. Pertanto musiche o canti non composte per la celebrazione liturgica, se proprio sono richieste, siano collocate solo dopo i riti di conclusione. Per il resto ci si attenga al Repertorio nazionale: Canti per la Liturgia. Durante la Preghiera eucaristica non si sovrapponga il canto o la musica. – NORME PASTORALI

Per quanto riguarda l’animazione liturgico musicale del matrimonio sarà premura dei fidanzati contattare un musicista o un gruppo idoneo per animare la celebrazione della Santa Messa. Una volta individuata la persona adatta (operante in questa od in altra parrocchia), i futuri sposi avranno cura di consegnargli il documento contenente le disposizioni per i musicisti e la inviteranno a mettersi in contatto con il parroco -almeno una settimana prima del matrimonio- per concordare circa la scelta dei canti da eseguire durante la celebrazione del matrimonio. Gli sposi si assicureranno che il musicista si sia messo effettivamente in contatto con il parroco. Sarà sempre premura degli sposi comunicare il nominativo ed il numero di cellulare del musicista alla Segreteria Parrocchiale.

In riferimento ai canti che si possono eseguire: Dolce sentire di Ortolani è vietato. Non appartiene al repertorio della musica liturgica. Non può essere eseguito né all’offertorio, né alla Comunione. Così pure durante la liturgia del matrimonio e durante la liturgia eucaristica è vietata la riproduzione di qualsivoglia sottofondo musicale o brano non espressamente richiesto dai libri liturgici approvati. 

 

 

  • IL SERVIZIO FOTOGRAFICO

Per le riprese fotografiche e cinematografiche, il parroco stabilisca le opportune intese con gli operatori e i nubendi definendo i luoghi e i momenti delle riprese. Tutto si faccia in modo da non intralciare la celebrazione e non distrarre i nubendi. – NORME PASTORALI

I fidanzati avranno cura di consegnare al fotografo il documento contenente le disposizioni circa il servizio fotografico. Sarà sempre premura degli sposi comunicare il nominativo del fotografo alla Segreteria Parrocchiale. Molto brevemente qui si ricorda agli sposi ed ai fotografi che la Chiesa è un luogo sacro di culto, destinato al Signore. La Chiesa non è un teatro, né l’altare può diventare un set cinematografico. Di qui scaturisce il fatto che ai fotografi è precluso l’accesso al presbiterio, cioè gli è vietato oltrepassare la balaustra. Così pure è vietato posizionare ombrelli per foto che inducono a pensare alla chiesa come ad un set di riprese cinematografiche.

 

 

  • I TESTIMONI

I testimoni di nozze possono essere due o quattro. Non tre o cinque o sei, etc. Gli unici requisiti dei testimoni sono i seguenti:

      • cittadinanza italiana;
      • maggiore età (diciotto anni compiuti);
      • capacità di intendere e volere;

Per ognuno dei testimoni dovranno essere trasmessi alla segreteria le fotocopie o le foto del documento d’identità fronte-retro. Andrà indicata anche la professione del testimone ed anche la residenza completa (città, via e numero civico) qualora quest’ultima abbia subito una variazione rispetto a quella riportata sul documento d’identità. Si ricorda altresì che la residenza non deve essere confusa con il domicilio. Per ognuno dei testimoni va indicato se si vuol far figurare come testimone dello sposo o della sposa.

Tale documentazione dovrà essere consegnata per tempo, accordandosi con la Segreteria Parrocchiale.

 

 

  • L’OFFERTA PER LA PARROCCHIA

Nella consapevolezza che questo è un aspetto delicato, che suscita spesso scandalo tra i fedeli, si faccia in modo che non si leghi l’offerta alla celebrazione dei sacramenti e, nello stesso tempo, si educhi la comunità al sostegno economico della parrocchia. – NORME PASTORALI

Per il matrimonio in questa parrocchia non è prevista alcuna tariffa, tuttavia considerate le spese che generalmente accompagnano un matrimonio, si invitano i nubendi ad essere generosi facendo seguire alla celebrazione delle nozze un’offerta che esprima la partecipazione concreta della nuova famiglia alle spese della parrocchia. La parrocchia è come una famiglia e come in una famiglia vi sono molte esigenze economiche. L’offerta versata al momento del matrimonio non paga il sacramento ricevuto, ma viene adoperata per le attività in programma (utenze varie; lavori di ristrutturazione del campanile e del tetto della Congrega; di restauro delle statue di San Severino, degli angeli, di San Giuseppe; acquisto di suppellettili; spese di cancelleria; lavori di manutenzione ordinaria; arredi degli spazi interni; offerte di carità, etc.). Si ricorda a tal proposito che la parrocchia non riceve alcuna forma di sovvenzionamento statale o ecclesiastico, ma si regge per intero sulle offerte volontarie dei fedeli.

Scarica e consegna al fioraio, ai musicisti ed al tuo fotografo i regolamenti che trovi cliccando qui sotto:

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